Apocalisse, un concetto, una premonizione, un'idea. I media, la letteratura, il cinema, i videogiochi, in qualsiasi campo l'apocalisse è sempre più presente in questi ultimi anni, diventando quasi un genere. Qui si possono scambiare idee, condividere opinioni per fare in modo che l'apocalisse resti soltanto un modo di raccontare. Sullo sfondo dei problemi che attanagliano la vita di tutti i giorni, una raccolta di storie di genere post-apocalittico: le Cronache.

mercoledì 16 gennaio 2013

Moon: dal lato oscuro della luna...


L’uomo ha sempre guardato ben oltre di quanto l’occhio potesse permettergli, fin dagli albori della fantascienza la meta più acclamata è sempre stata la luna.
Lo dimostra una delle pellicole più famose nella storia del cinema, se non la più.
Era il 1902 quando George Melies mostrò al mondo il suo Viaggio sulla Luna, dove quest’ultima viene rappresentata in modo visionario e quanto mai lontano dalla realtà effettiva.
Da allora il genere della fantascienza ci ha regalato visioni e immagini dal futuro, dando sfogo alla creatività di artisti concettuali che hanno aiutato sicuramente gli inventori di oggi.
Molto è stato detto sulla luna, così tanto che l’uomo è andato oltre, l’uomo ha scoperto altre galassie ed esplorato i buchi neri.
Per questo una recente pellicola ha catturato la mia attenzione, perché a distanza di quasi cento anni dal film di Melies si è tornato ancora a parlare della luna.
Il titolo del film in questione è Moon, diretto da Duncan Jones e presentato al Sundance Film Festival nel gennaio del 2009.


La visione di Moon non è molto lontana da una previsione del mondo futuro, alla costante ricerca di fonti di energia alternative.
La soluzione nell’universo di Moon proviene dall’estrazione dell’Elio-3 dal suolo lunare, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico del 70% del pianeta.
A permettere ciò è un solo uomo, Sam Bell, interpretato magistralmente da Sam Rockwell. L’unico uomo sulla luna è in compagnia di un robot di nome GERTY, che ricorda un po’ l’odissea di Kubrick e a cui Kevin Spacey da la voce. Il compito di Sam Bell è quello di inviare l’Elio-3 alla terra dalla base situata nel lato oscuro della luna, il suo turno di tre anni è quasi terminato e non vede l’ora di tornare a casa per riabbracciare sua moglie. Un inizio classico per quei film che hanno voglia di stravolgere, di mettere in discussione ogni elemento, ed è esattamente ciò che fa Moon.
Sam Bell ha un incidente durante una normale procedura di routine e si risveglia in infermeria, non è più lo stesso Sam Bell di prima.
Così Moon si mette in discussione, e tutto ciò che sembrava certezza inizia a vacillare, come la fiducia verso la premurosa macchina di nome GERTY che riesce a comunicare solo attraverso simpatici (e ambigui) smiley.


Le comunicazioni in diretta con la terra sono impossibili a causa di un guasto ad un satellite, e Sam Bell smette di credere a quelle che inizialmente sembravano verità, il suo desiderio di risposte è così ossessivo che molto presto si ritrova a confrontarsi con se stesso, forse più materialmente di quanto le parole possano spiegare. I ritmi sono scanditi dalla musica di Clint Mansell, e nonostante il cast consista nel solo Sam Rockwell, Moon si dimostra essere un film dal basso budget che non cade nelle classiche pause da introspezione del personaggio, qualcosa che uno spettatore del sabato di pioggia assolutamente non apprezzerebbe. Nonostante si noti la differenza tra la pellicola di Duncan Jones e le grandi produzioni dei blockbuster della stagione, Moon è un film che fa ragionare. Non vuole solo giocare con le illusioni della mente umana, ma mostra una probabile proiezione di un futuro non troppo lontano, in cui l’uomo cerca la soluzione dei propri problemi guardando in cielo, senza in realtà cambiare il proprio approccio allo sfruttamento delle risorse.
La fotocopia fantascientifica di ciò che in realtà già succede in ogni angolo del mondo, dove ogni uomo sfruttato è solo, tagliato fuori dalla sua vita, con i propri diritti asportati a favore del guadagno di qualcuno. Moon è proprio nella nostra testa e Sam Bell, come chiunque, ha smesso di crederci.




1 commento:

  1. Davvero davvero bello, Jones si dimostra talentuoso come il padre. Che poi questo film esce vent'anni esatti dopo "Space oddity"!

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